Il desiderio sessuale può essere definito come la spinta che ci porta a intraprendere un rapporto sessuale o la masturbazione. Non è una sorta di pulsione animalesca che ci prende all’improvviso, la possiamo coltivare. E non funziona neanche come un interruttore on/off, ma c’è una gradualità. Infatti non esiste un livello “normale” universale di desiderio, ma dipende da tantissime cose, da com’è fatta quella persona, dal momento di vita ecc.. La cosa importante è stare bene con se stess*. Se in una coppia ci sono livelli molto diversi di desiderio sessuale, la cosa importante è trovare un compromesso.
Esistono due tipi di desiderio: uno attivo e uno responsivo.
Il desiderio attivo è più spontaneo, quello che ci fa prendere l’iniziativa. Quello responsivo si può tradurre con “la fame vien mangiando”: capita infatti di non avere voglia, ma se si viene stimolat* il desiderio arriva.
Quando il desiderio attivo cala, ma rimane quello responsivo, sfruttiamolo! Diverso è se invece anche quest’ultimo cala, perché potrebbe essere necessario un percorso sessuologico per ritrovarlo.
Il desiderio è influenzato da diversi fattori, che possiamo dividere in tre grandi gruppi: biologici, psicologici e relazionali.
Per quanto riguarda il primo gruppo, il ruolo principe lo gioca sicuramente il testosterone. Considerato l’ormone del desiderio, più ce n’è, maggiore è il desiderio, più è di tipo attivo, più frequenti saranno le fantasie sessuali. Quindi variazioni dei livelli ormonali possono fa cambiare sensibilmente la quantità di desiderio: tipico esempio è l’effetto dei contraccettivi ormonali su alcune persone; oppure momenti di vita come la gravidanza e allattamento (quest’ultimo in modo particolare a causa della prolattina, ormone che può arrivare ad azzerare il desiderio); o ancora l’avanzare dell’età, soprattutto negli uomini, che con un calo fisiologico del livello di testosterone hanno un desiderio sempre più responsivo. O ancora effetti collaterali di farmaci, come antidepressivi.
Parlando di fattori psicologici troviamo condizioni psicopatologiche come la depressione, che ha come sintomo il forte calo o la mancanza di desiderio; ma anche ansia, stress, paura… sono antagonisti del desiderio.
Tra gli aspetti più relazionali, troviamo il livello di conflittualità e la routine.
Altro aspetto importante è l’erotizzazione del corpo. Quando percepiamo il nostro corpo come uno strumento che può dare e ricevere piacere e può essere attraente, quando di conseguenza non ci vestiamo semplicemente per coprirlo, ma anche per abbellirlo e valorizzarlo secondo i nostri gusti, stiamo coltivando il nostro desiderio.
